Robecchetto con Induno
Il Conte Francesco Benedetto Arese
Il Conte Francesco Benedetto Arese
di Luisa Vignati
editing Roberto Bottiani
editing Roberto Bottiani
Nato nel 1805, fu l’unico figlio maschio sopravvissuto di Antonietta Fagnani e del conte Marco Arese. Grande patriota, fin dalla più giovane età fu amico di giovani liberali aristocratici che, come lui, si accendevano di entusiasmi patriottici come i fratelli Resta, il principe Emilio Belgiojoso, il marchese Gaspare de Rosales, Luigi Tinelli. Fu anche grande amico di Luigi Napoleone, che passò alla storia col nome di imperatore Napoleone III. Dopo un dissidio con la madre, si arruolò nella Legione Straniera, dapprima come soldato di cavalleria, poi come ufficiale. Successivamente si imbarcò per l’America, ed iniziò un tour di sette mesi attraverso quelle terre ancora poco conosciute, scrivendo una relazione recentemente riproposta dall’Editore Sellerio col titolo: Da New York al selvaggio West nel 1837. Tornato in Europa, si sposò con Carolina dei marchesi Fontanelli. Nel 1847, alla morte della madre, divenne praticamente il “padrone” di Robecchetto. Arrivò il fatidico marzo 1848: i milanesi insorti contro gli austriaci chiesero al conte Arese di recarsi a Torino per chiedere aiuto a Carlo Alberto e ai Piemontesi. Giunse in tarda ora alle sponde del Ticino; il passaggio era ormai chiuso e il conte dovette rassegnarsi a trascorrere la notte nel Palazzo Fagnani Arese di Robecchetto. Di buon mattino cercò una barca con cui essere traghettato, ma fu impossibile passare la frontiera, il controllo austriaco era aumentato. Francesco Arese non si perse d’animo, chiamò un suo contadino e si fece accompagnare ad un punto guadabile del Ticino; inforcò le spalle del robusto lavoratore ed entrambi, barcollanti, aiutandosi anche con le mani, guadarono il fiume. Nel 1853, il generale Radezky ordinò il sequestro e la confisca di tutte le proprietà mobili e immobili dell’Arese e di altri 71 patrioti. Fu perquisito anche il palazzo di Robecchetto e il fattore del possedimento, Baldassare Gennaro, trovato in possesso di una vecchia sciabola arrugginita, venne arrestato e rinchiuso nelle carceri del castello. Venne finalmente l’anno 1859 e per il conte iniziò il periodo politicamente più attivo. Immediatamente dopo la battaglia di Robecchetto del 3 giugno 1859 e quella di Magenta del giorno successivo, mise a disposizione dell’esercito franco-piemontese le sue case, fra cui sicuramente anche il palazzo Fagnani Arese, per ricoverarvi i soldati feriti. Fu senatore del Regno e vicepresidente del Senato. Morì nel 1881. Il conte Arese raccontava spesso un aneddoto: trovandosi nel 1864 a Parigi, ad un pranzo offerto da Napoleone III alle Tuileries, l’Imperatore lo presentò al generale Mac-Mahon, duca di Magenta, che disse: “C’est a vous, Monsieur le Comte, que je dois mon titre de Duc”. Vista la sorpresa dell’Arese, gli raccontò come avesse passato la notte del 3 giugno 1859 in una fattoria di Robecchetto e come, udendo il cannone all’alba del giorno 4, avesse chiesto subito una guida sicura per recarsi con le sue truppe dove si combatteva; come gli venisse presentato un individuo del paese che, alla domanda sul suo nome, rispondeva: “ Sono il fattore del conte Arese". Baldassarre Gennaro. Quel nome – aggiungeva Mac-Mahon – mi tolse ogni sospetto sicchè, affidandomi interamente a tale guida, giunsi in tempo a Magenta per combattere e decidere la vittoria”. Alcune righe di un volume sulla vita del conte Arese, scritta dal conte Joseph Grabinski nel 1897, indurrebbero a credere che appartenesse alla massoneria, come una buona parte di coloro che "fecero l'Italia", compreso l'imperatore Napoleone III. (cfr. Romualdo Bonfadini, Francesco Arese (conte). L. Roux, 1894) (cfr. Joseph Grabinski, Le comte Arese, un ami de Napoléon III. Paris, 1897 |
Il palazzo Fagnani-Arese, oggi sede del Comune (Foto Luisa Vignati)
Il volume scritto dal conte Joseph Grabinski nel 1897