di Pinuccio Castoldi
editing Roberto Bottiani
editing Roberto Bottiani

Da quando il monumento alla Resistenza è stato collocato in piazza Mazzini, molti castanesi sono tornati ad interrogarsi sul significato e la storia di quest'opera che, ad un primo approccio, non risulta certo di facile comprensione. Si è ritenuto quindi opportuno dare qui alcune brevi notizie, in modo da favorire una più adeguata e consapevole fruizione dell'opera.
Il monumento è stato commissionato nel 1973 dalla Giunta comunale guidata dal Sindaco Caloia allo scultore Andrea Cascella, artista di fama internazionale.
Cascella, nacque a Pescara nel 1921, appartenente ad una famiglia di artisti fu considerato uno dei più validi tra gli scultori italiani contemporanei. È stato direttore dell'Accademia di Brera, dove inoltre fu docente di scultura.
Il monumento per Castano gli è stato commissionato grazie all'interessamento dell'architetto castanese Filippo Tartaglia, docente al Politecnico, che all'epoca era presidente dell’Accademia e assessore comunale. L'opera è costata al nostro Comune solo 9 milioni (una cifra abbastanza contenuta anche per gli anni '70): praticamente solo il costo del materiale (serizzo della Val d'Ossola), della lavorazione, del trasporto e della collocazione (effettuata nel 1975, in occasione del trentennale della Resistenza).
Si tratta di una scultura non figurativa che, anziché rappresentare figure umane o altri aspetti della realtà, o con spirito realistico oppure in modo simbolico-allegorico (si pensi, ad esempio, al nostro monumento ai Caduti della prima guerra mondiale), affida la concretizzazione e la comunicazione di una determinata idea a forme e volumi "astratti" che esprimono direttamente l'idea stessa in un modo analogico-simbolico completamente svincolato dalla funzione di rappresentazione "mimetica ".
Il monumento è stato commissionato nel 1973 dalla Giunta comunale guidata dal Sindaco Caloia allo scultore Andrea Cascella, artista di fama internazionale.
Cascella, nacque a Pescara nel 1921, appartenente ad una famiglia di artisti fu considerato uno dei più validi tra gli scultori italiani contemporanei. È stato direttore dell'Accademia di Brera, dove inoltre fu docente di scultura.
Il monumento per Castano gli è stato commissionato grazie all'interessamento dell'architetto castanese Filippo Tartaglia, docente al Politecnico, che all'epoca era presidente dell’Accademia e assessore comunale. L'opera è costata al nostro Comune solo 9 milioni (una cifra abbastanza contenuta anche per gli anni '70): praticamente solo il costo del materiale (serizzo della Val d'Ossola), della lavorazione, del trasporto e della collocazione (effettuata nel 1975, in occasione del trentennale della Resistenza).
Si tratta di una scultura non figurativa che, anziché rappresentare figure umane o altri aspetti della realtà, o con spirito realistico oppure in modo simbolico-allegorico (si pensi, ad esempio, al nostro monumento ai Caduti della prima guerra mondiale), affida la concretizzazione e la comunicazione di una determinata idea a forme e volumi "astratti" che esprimono direttamente l'idea stessa in un modo analogico-simbolico completamente svincolato dalla funzione di rappresentazione "mimetica ".

La scultura è costituita da due anelli di pietra che si incrociano e racchiudono al loro interno due settori circolari tra loro tangenti perpendicolarmente, simili a due macine da frantoio.
Una plausibile interpretazione dell'opera potrebbe essere la seguente: la storia del mondo (gli anelli esterni) racchiude nel proprio intimo un 'incessante lotta tra forze antagonistiche inconciliabili (le due "macine"), che sono l'oppressione ed il desiderio di libertà, l'odio e la fratellanza, la menzogna e la verità. Tale conflitto è una caratteristica perenne della storia, che tuttavia acquista particolare durezza e drammaticità in alcuni momenti, come, ad esempio, al tempo della lotta del popolo italiano contro l'oppressione nazi-fascista.
Una scultura molto simile a quella di Castano è stata realizzata da Cascella per la Marlboro Gallery di New York. Altre importanti opere di questo artista si trovano a Portorotondo e a Milano, precisamente alla villa Reale, sul piazzale esterno dell'aeroporto di Linate e in piazza Leonardo da Vinci (queste ultime due sono state realizzati in collaborazione con l'architetto Tartaglia).
Sin dall'inizio Cascella aveva pensato di collocare il monumento alla Resistenza in piazza Mazzini, davanti al Municipio (nell'area allora occupata dal posteggio), ma gli Amministratori preferirono metterlo in piazza Garibaldi, per motivi di viabilità.
Oggi, quindi, l'opera è stata finalmente sistemata nella sede per la quale era stata ideata in origine.
Una plausibile interpretazione dell'opera potrebbe essere la seguente: la storia del mondo (gli anelli esterni) racchiude nel proprio intimo un 'incessante lotta tra forze antagonistiche inconciliabili (le due "macine"), che sono l'oppressione ed il desiderio di libertà, l'odio e la fratellanza, la menzogna e la verità. Tale conflitto è una caratteristica perenne della storia, che tuttavia acquista particolare durezza e drammaticità in alcuni momenti, come, ad esempio, al tempo della lotta del popolo italiano contro l'oppressione nazi-fascista.
Una scultura molto simile a quella di Castano è stata realizzata da Cascella per la Marlboro Gallery di New York. Altre importanti opere di questo artista si trovano a Portorotondo e a Milano, precisamente alla villa Reale, sul piazzale esterno dell'aeroporto di Linate e in piazza Leonardo da Vinci (queste ultime due sono state realizzati in collaborazione con l'architetto Tartaglia).
Sin dall'inizio Cascella aveva pensato di collocare il monumento alla Resistenza in piazza Mazzini, davanti al Municipio (nell'area allora occupata dal posteggio), ma gli Amministratori preferirono metterlo in piazza Garibaldi, per motivi di viabilità.
Oggi, quindi, l'opera è stata finalmente sistemata nella sede per la quale era stata ideata in origine.
Plastico Della Piazza Mazzini di Castano Primo, con l'installazione della fontana di Cascella,
opera non più realizzata
progetto realizzato da: Arch. Stefania Crespi e Arch. Filippo Tartaglia .
opera non più realizzata
progetto realizzato da: Arch. Stefania Crespi e Arch. Filippo Tartaglia .
Le opere a Milano
La scultura di Cascella a Portorotondo
Si ringrazia per il materiale fornitoci lo Studio Tartaglia Partnership
Andrea Cascella (Pescara 1920 - Milano 1990)

Nasce da una famiglia di artisti. Suoi primi maestri sono infatti, il nonno Basilio e il padre Tommaso, entrambi pittori. Solo successivamente diviene allievo di Domenico Rambelli.
Dopo la lunga parentesi della guerra, dal 40 al 45, nel corso della quale partecipa attivamente alla Resistenza, si trasferisce a Roma insieme al fratello Pietro e qui si dedica alla ceramica e alla scultura in pietra applicata all'architettura. La scultura "materica" di Cascella si presenta con caratteristiche di organicità secondo canoni estetici armonici. Gli stessi titoli, applicati a opere di apparenza astratta, chiariscono la volontà estetica dello scultore, che assume spesso a simboli figure e concetti mitologici. Dal 45 Cascella ha esposto in numerose personali e collettive. Nel 64 ha avuto una grande personale alla Biennale di Venezia, vincendo il primo premio internazionale di scultura. Ha realizzato numerose opere per edifici pubblici e privati. La sua attività didattica comincia nel 70 all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. Nel 1980 viene nominato direttore dell'Accademia di Brera, dove conserva la cattedra in scultura. Otto anni più tardi viene nominato direttore dell'Accademia "Aldo Galli" di Como. Ottiene numerosi riconoscimenti. Nel 1990 viene eletto Accademico dei Lincei all’Accademia di "San Luca" di Roma.
La sue sculture in edizione moltiplicata (più di 9 esemplari) sono estremamente valide e rappresentative della sua opera.
Fonte: www.collezioneperuzzi.it
Dopo la lunga parentesi della guerra, dal 40 al 45, nel corso della quale partecipa attivamente alla Resistenza, si trasferisce a Roma insieme al fratello Pietro e qui si dedica alla ceramica e alla scultura in pietra applicata all'architettura. La scultura "materica" di Cascella si presenta con caratteristiche di organicità secondo canoni estetici armonici. Gli stessi titoli, applicati a opere di apparenza astratta, chiariscono la volontà estetica dello scultore, che assume spesso a simboli figure e concetti mitologici. Dal 45 Cascella ha esposto in numerose personali e collettive. Nel 64 ha avuto una grande personale alla Biennale di Venezia, vincendo il primo premio internazionale di scultura. Ha realizzato numerose opere per edifici pubblici e privati. La sua attività didattica comincia nel 70 all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. Nel 1980 viene nominato direttore dell'Accademia di Brera, dove conserva la cattedra in scultura. Otto anni più tardi viene nominato direttore dell'Accademia "Aldo Galli" di Como. Ottiene numerosi riconoscimenti. Nel 1990 viene eletto Accademico dei Lincei all’Accademia di "San Luca" di Roma.
La sue sculture in edizione moltiplicata (più di 9 esemplari) sono estremamente valide e rappresentative della sua opera.
Fonte: www.collezioneperuzzi.it