è un comune di circa 13500 abitanti situato nel nord-ovest dell’Italia.
E’ compreso nella regione della Lombardia e fa parte della provincia di Milano.
Nel dialetto locale viene chiamato Büst Picul (Busto Piccolo), per identificarlo rispetto ad altri due comuni della zona:
Büsti Gràndi (Busto Grande, che indica la città di Busto Arsizio), e da Büst Cava (Buscate).
La più antica notizia storica riguardante Busto Garolfo è in un documento del giugno 992 riportante la donazione di una vigna “ubicata in vico ed fundo qui dicitur Bustus Garulfi “ da parte dell'arciprete di Dairago ai canonici di Sant'Ambrogio a Milano.
Una delle caratteristiche di questo comune è sempre stata la presenza di numerose chiese, qualcuna delle quali non più esistente
E’ compreso nella regione della Lombardia e fa parte della provincia di Milano.
Nel dialetto locale viene chiamato Büst Picul (Busto Piccolo), per identificarlo rispetto ad altri due comuni della zona:
Büsti Gràndi (Busto Grande, che indica la città di Busto Arsizio), e da Büst Cava (Buscate).
La più antica notizia storica riguardante Busto Garolfo è in un documento del giugno 992 riportante la donazione di una vigna “ubicata in vico ed fundo qui dicitur Bustus Garulfi “ da parte dell'arciprete di Dairago ai canonici di Sant'Ambrogio a Milano.
Una delle caratteristiche di questo comune è sempre stata la presenza di numerose chiese, qualcuna delle quali non più esistente
La chiesa prepositurale, dedicata ai Santi Salvatore e Margherita, costruita nel Cinquecento sui resti di una chiesa medioevale; la chiesa di San Remigio, unica parte rimasta dell’omonimo antico complesso ospedaliero detto “dei poveri”; la chiesa della Madonna della Neve, di origine seicentesca e localmente conosciuta come “Madonnina”, con il pregevole affresco dell’altare maggiore attribuibile alla scuola di Bernardino Luini; la chiesa di Santa Maria Elisabetta, originariamente annessa all'omonimo monastero dell'Ordine degli Umiliati, che alla soppressione dell'Ordine sopravvisse per alcuni decenni, per poi essere trasformata in abitazione; la chiesa di San Carlo al Lazzaretto, piccola cappella dedicata a san Carlo Borromeo, sorta sul luogo adibito a Lazzaretto, abbattuta poi per la costruzione del Cimitero; la chiesa della Misericordia ed altre chiese o cappelle minori.
Numerosi anche gli edifici civili degni di interesse: Palazzo Bellani-Molteni; Palazzo Fossati; Casa Donadoni; Casa da Massaro; Villa Villoresi; Villa Arconati ed altri ancora.
Durante il Medioevo, Busto Garolfo fu un feudo appartenente prima alla famiglia Maggi, poi agli Arconati ed infine ai Losetti.
Nel 1664 Giambattista Losetti vendette il paese per 4.760 lire milanesi a Giuseppe Arconati, al quale il Re di Spagna conferì il titolo di Marchese di Busto Garolfo.
Durante le guerre d'indipendenza Il paese fu coinvolto dagli avvenimenti che poi portarono all'unità d'Italia; fu teatro prevalentemente di grandi spostamenti di truppe, sia italiane che austriache, in occasione della vicina Battaglia di Magenta.
Nel gennaio 1870, con Decreto Regio, venivano aggregate a Busto Garolfo le frazioni di Villa Cortese, che più tardi fu nuovamente distaccata, e di Olcella.
A livello produttivo il paese è sempre rimasto molto legato all’agricoltura passando dalla prevalente coltivazione della vita a quella dei cereali.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale anche qui l’industria ha avuto un discreto sviluppo.
Dal 1991 fa parte del Parco Agricolo Sovracomunale del Roccolo, creato per difendere flora, fauna e attività agricole locali.
Numerosi anche gli edifici civili degni di interesse: Palazzo Bellani-Molteni; Palazzo Fossati; Casa Donadoni; Casa da Massaro; Villa Villoresi; Villa Arconati ed altri ancora.
Durante il Medioevo, Busto Garolfo fu un feudo appartenente prima alla famiglia Maggi, poi agli Arconati ed infine ai Losetti.
Nel 1664 Giambattista Losetti vendette il paese per 4.760 lire milanesi a Giuseppe Arconati, al quale il Re di Spagna conferì il titolo di Marchese di Busto Garolfo.
Durante le guerre d'indipendenza Il paese fu coinvolto dagli avvenimenti che poi portarono all'unità d'Italia; fu teatro prevalentemente di grandi spostamenti di truppe, sia italiane che austriache, in occasione della vicina Battaglia di Magenta.
Nel gennaio 1870, con Decreto Regio, venivano aggregate a Busto Garolfo le frazioni di Villa Cortese, che più tardi fu nuovamente distaccata, e di Olcella.
A livello produttivo il paese è sempre rimasto molto legato all’agricoltura passando dalla prevalente coltivazione della vita a quella dei cereali.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale anche qui l’industria ha avuto un discreto sviluppo.
Dal 1991 fa parte del Parco Agricolo Sovracomunale del Roccolo, creato per difendere flora, fauna e attività agricole locali.