Primo volo di liberazione Zona del Verbano
di Alberto Grampa (26 luglio 2014)
editing Roberto Bottiani
di Alberto Grampa (26 luglio 2014)
editing Roberto Bottiani
Tra i molti fatti accaduti immediatamente dopo il 25 aprile 1945, spicca un episodio forse unico nel suo genere, organizzato dai partigiani della zona di Vergiate e Sesto Calende. Per la prima volta infatti, nei giorni della liberazione, un apparecchio sorvola i territori della provincia di Varese e di Novara, dove vi sono ancora forze nazi-fasciste che tardano a deporre le armi e ad arrendersi.Il volo, organizzato ed effettuato nella giornata del 26 aprile dall’aeroporto di Vergiate, sede di uno degli stabilimenti della società SIAI Marchetti, per la sua importanza storica è stato battezzato: “Primo Volo di Liberazione Zona del Verbano”. Proprio la SIAI Marchetti, con i suoi 11.000 dipendenti, è una delle aziende più importanti della provincia di Varese anche dal punto di vista militare, perché si occupa della costruzione di apparecchi soprattutto da bombardamento per le forze armate italo-tedesche. Inoltre è impegnata nella realizzazione di speciali motosiluranti e barchini esplosivi per la marina da guerra repubblicana, che proprio a Sesto Calende, in località S. Anna, ha una scuola per addestrare i piloti di questi mezzi navali.
All’interno dei suoi stabilimenti il movimento partigiano è particolarmente attivo e impegnato nell’impedire il trasferimento e la distruzione della fabbrica, oltre che nel cercare di rallentare la produzione bellica. In questo é appoggiato dalla Direzione aziendale che all’inizio del 1945 mette a disposizione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) la cifra di dieci milioni di lire quale contributo per “la lotta di Liberazione Nazionale”.
Quel 26 aprile, anche se la giornata è grigia e piovosa, alcuni partigiani della 121ª Brigata “Walter Marcobi” e dipendenti della SIAI Marchetti, venuti a sapere che una colonna tedesca (battezzata Stamm) sta transitando sulle sponde del lago Maggiore, pianificano una missione per cercare di fermarla. In un primo momento pensano ad un’azione di guerra utilizzando uno degli apparecchi presenti sul campo di volo di Vergiate con l’intento di colpire con bombe e il fuoco delle mitragliatrici i militari germanici, poi però prevale il senso di responsabilità anche per paura di eventuali ritorsioni verso la popolazione civile. Decidono dunque di lanciare due tipi di volantini appositamente predisposti per indurre le forze nazi-fasciste alla resa.
I volantini sono stati preparati da un dipendente della SIAI Marchetti, Egidio Migliorini, che oltre ad essere uno degli ideatori di questo volo, è anche uno degli esponenti di spicco del movimento partigiano in questa fabbrica. Egli ha già conosciuto il carcere di San Vittore a Milano con l’accusa di essere un appartenere al movimento clandestino. Nella notte tra il 25 e il 26 aprile il Migliorini elabora i testi e fa tradurre quello bilingue ad un’amica che conosce la lingua tedesca.
All’interno dei suoi stabilimenti il movimento partigiano è particolarmente attivo e impegnato nell’impedire il trasferimento e la distruzione della fabbrica, oltre che nel cercare di rallentare la produzione bellica. In questo é appoggiato dalla Direzione aziendale che all’inizio del 1945 mette a disposizione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) la cifra di dieci milioni di lire quale contributo per “la lotta di Liberazione Nazionale”.
Quel 26 aprile, anche se la giornata è grigia e piovosa, alcuni partigiani della 121ª Brigata “Walter Marcobi” e dipendenti della SIAI Marchetti, venuti a sapere che una colonna tedesca (battezzata Stamm) sta transitando sulle sponde del lago Maggiore, pianificano una missione per cercare di fermarla. In un primo momento pensano ad un’azione di guerra utilizzando uno degli apparecchi presenti sul campo di volo di Vergiate con l’intento di colpire con bombe e il fuoco delle mitragliatrici i militari germanici, poi però prevale il senso di responsabilità anche per paura di eventuali ritorsioni verso la popolazione civile. Decidono dunque di lanciare due tipi di volantini appositamente predisposti per indurre le forze nazi-fasciste alla resa.
I volantini sono stati preparati da un dipendente della SIAI Marchetti, Egidio Migliorini, che oltre ad essere uno degli ideatori di questo volo, è anche uno degli esponenti di spicco del movimento partigiano in questa fabbrica. Egli ha già conosciuto il carcere di San Vittore a Milano con l’accusa di essere un appartenere al movimento clandestino. Nella notte tra il 25 e il 26 aprile il Migliorini elabora i testi e fa tradurre quello bilingue ad un’amica che conosce la lingua tedesca.
Uno dei due tipi di volantini lanciati il 26 aprile 1945
Il volantino bilingue preparato da Egidio Migliorini e lanciato il 26 aprile 1945 da un trimotore “Savoia Marchetti” S.79
che invitava i militari tedeschi della Colonna Stamm e le forze nazi-fasciste ad arrendersi |
Retro del volantino con le annotazioni di Egidio Migliorini
del volo avvenuto nel pomeriggio del 26 aprile 1945 |
Il volantino tradotto recita così: DAL COMITATO DI LIBERAZIONE A voi soldati del “Reich”! La guerra sta finendo, siete circondati dai nemici ed è inutile ogni resistenza. Arrendetevi perché se entro quattro ore non vi siete arresi, sarete bombardati, vi prego arrendetevi! |
Militari tedeschi appartenenti alla colonna Stamm
|
E’ interessante notare come il testo preparato dal Migliorini, ha sì toni minacciosi ma traspare anche un senso di umanità dove spicca quel “vi prego arrendetevi” che sta a dimostrare la volontà, da parte delle forze partigiane, a non ricorrere all’uso delle armi visto che il conflitto sta per concludersi ed é quindi inutile ogni ulteriore spargimento di sangue. I due volantini vengono stampati in qualche migliaio di esemplari, pronti per essere distribuiti la mattinata del 26 aprile anche se non si conosce ancora con quale mezzo. Una volta presa la decisione di effettuare il volantinaggio aereo sulle forze nazi-fasciste, all’aeroporto di Vergiate è preparato al volo dal personale di linea della SIAI Marchetti, un trimotore da bombardamento tipo “Savoia Marchetti” S.79 con le matricole militari 21430. Per permettere la sua identificazione ai partigiani presenti sul territorio, la sua colorazione mimetica viene frettolosamente modificata con l’applicazione di una vistosa vernice rossa. Completati i controlli all’apparecchio, tutto è pronto per eseguire un primo volo. L’equipaggio che sale a bordo del trimotore è composto dal capo pilota collaudatore della SIAI Marchetti Giuseppe Algarotti, dai motoristi Giuseppe Ceratti e Orlando Chiarello, dal tecnico Mino Mulinacci e dal partigiano Alberto Ramelli.
Esemplare di trimotore “Savoia Marchetti” S.79 dello stesso tipo di quello impiegato per effettuare il
“Primo Volo di Liberazione Zona del Verbano”
“Primo Volo di Liberazione Zona del Verbano”

Il motorista Chiarello, così ricorda “prima del volo, avvenuto intorno alle ore 10 del mattino, l’S.79 era stato verniciato di rosso e, una volta decollati, volavamo bassi e lanciavamo sulle città e sulle vie di comunicazione gli speciali volantini che erano stati preparati per l’occasione. Un volo durante il quale si sono anche vissuti attimi di paura perché, sorvolando Arona, l’apparecchio è stato oggetto di tiri di mitragliatrice tedesca che hanno costretto il pilota Algarotti a rientrare a Vergiate”.
Un volo che semina il panico anche tra le stesse forze partigiane della Brigata “Servadei “che si trovano schierate anch’esse nell’area attorno ad Arona, come riferiscono Alberto Magnani e Paolo Migliavacca nel loro libro “L’ultimo volo” – “Improvvisamente i partigiani udirono un rombo di un aereo, quelli più esperti riconobbero la sagoma di un trimotore, certamente un S.79, uno di quelli che i fascisti tenevano nell’aeroporto di Lonate Pozzolo. Veniva da est, molti cercarono un nascondiglio, altri armarono il mitra e lasciarono partire qualche raffica mentre l’aereo sfrecciava sopra la strada. Dall’aereo però discese una pioggia di volantini. Qualcuno corse a raccoglierli. C’era scritto che l’Ossola era stata liberata. Allora quell’aereo era dalla loro parte! Certo che lo era: più d’uno aveva notato che era diverso dal solito, aveva le ali e la coda dipinte di rosso. Era un aereo dei partigiani!”.
Quel volo si conclude con l’atterraggio sull’aeroporto di Vergiate e poi è ripetuto nel pomeriggio di quello stesso giorno con le stesse finalità di quello della mattinata. A bordo dell’S.79 trovano ora posto, oltre al pilota Algarotti e al motorista Ceratti, anche i tecnici della SIAI Marchetti: Ingignoli, Antonio Brusa e Egidio Migliorini. Proprio quest’ultimo ci ha lasciato delle annotazioni scritte di suo pugno sul retro di uno dei volantini lanciati alle ore 14.30 sulla colonna tedesca Stamm, sottolineando la dura reazione tedesca che “sparò con mitragliatrice quadrupla da 20 mm colpendo leggermente il velivolo che riprese terra a Vergiate verso le 15”.
Di certo non sono stati solo quei volantini il motivo della resa dei militari tedeschi, sta di fatto però che il 28 aprile la colonna Stamm, divisasi nel frattempo in due tronconi, si arrende alle forze partigiane a Novara e a Busto Arsizio. Termina qui la storia di questo “Primo Volo di Liberazione Zona del Verbano”, durante il quale un aeroplano ha sorvolato i territori del varesotto e del verbano portando per primo dal cielo un messaggio di libertà.
Viene anche preparata dal Comitato di Liberazione Nazionale di Sesto Calende una speciale busta commemorativa che, insieme ai volantini predisposti da Egidio Migliorini, è documento oggi molto raro e ricercato dagli storici e dai collezionisti di posta aerea.
Bibliografia consultata
Grampa A. “Il volo della libertà nel varesotto ancora occupato” da “La Prealpina”, 23 aprile 1991;
Grampa A. “MAV e dintorni” Macchione Editore, 1995;
Grampa A. “Lonate Pozzolo, dove il volo è una promessa”, Macchione Editore, 2012,
Magnani A. e Migliavacca P. “L’ultimo volo, storie di piloti e di aerei” 2014,
Sorgono L. "Catalogo Storico e Descrittivo della Posta Aerea Italiana” Ed. La Rivista Filatelica d’Italia, Genova, 1959;
Varalli E. "Sesto Calende dal fascismo alla Resistenza - 1922-1945”, Ed. ANPI Sesto Calende;
Testimonianze
Egidio Migliorini e Orlando Chiarello
Grampa A. “Il volo della libertà nel varesotto ancora occupato” da “La Prealpina”, 23 aprile 1991;
Grampa A. “MAV e dintorni” Macchione Editore, 1995;
Grampa A. “Lonate Pozzolo, dove il volo è una promessa”, Macchione Editore, 2012,
Magnani A. e Migliavacca P. “L’ultimo volo, storie di piloti e di aerei” 2014,
Sorgono L. "Catalogo Storico e Descrittivo della Posta Aerea Italiana” Ed. La Rivista Filatelica d’Italia, Genova, 1959;
Varalli E. "Sesto Calende dal fascismo alla Resistenza - 1922-1945”, Ed. ANPI Sesto Calende;
Testimonianze
Egidio Migliorini e Orlando Chiarello