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Di Avv. Luisa Vignati
Editing Roberto Bottiani
Editing Roberto Bottiani
Questa villa (o “Il Castello”, come viene definita dagli abitanti del luogo), da secoli è oggetto di leggende in Castelletto e nei paesi limitrofi; la più conosciuta è quella per cui la villa aveva 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno, e negli anni bisestili veniva aperta una finestra in più, murata durante gli altri anni (in effetti è ancora oggi visibile una finestra – murata – che affaccia sulla corte d’onore).
Questa villa, una delle più grandi e nobili della nostra zona, si erge su un altura sopra un’ansa del Naviglio Grande, dove nella metà del 1500 sorgeva una “casa da nobile” della famiglia Crivelli che diede i natali a papa Urbano III; durante un convegno di un paio di anni orsono sulla figura del papa, emerse che potrebbe essere nato proprio in quella dimora.
Nel 1658, a seguito di una complessa transazione, il luogo entrò nel patrimonio della famiglia Clerici che stava accumulando ricchezze degne di un re.
Questa villa, una delle più grandi e nobili della nostra zona, si erge su un altura sopra un’ansa del Naviglio Grande, dove nella metà del 1500 sorgeva una “casa da nobile” della famiglia Crivelli che diede i natali a papa Urbano III; durante un convegno di un paio di anni orsono sulla figura del papa, emerse che potrebbe essere nato proprio in quella dimora.
Nel 1658, a seguito di una complessa transazione, il luogo entrò nel patrimonio della famiglia Clerici che stava accumulando ricchezze degne di un re.
"A decoro del nome" - motto di famiglia - venne costruita la splendidissima villa che ancora oggi ci regala grandi emozioni.
Nel 1871 il complesso venne venduto dai marchesi Clerici e da allora iniziò una lenta decadenza. Trasformata in tessitura e poi disabitata, oggi ci accoglie con affreschi meravigliosi e con la splendida scalinata in granito rosa di Baveno che scende verso il naviglio. Purtroppo, l'ultima rampa venne eliminata - per realizzare una vasca antincendio - nel periodo in cui divenne una fabbrica. Nella fotografia, è ancora visibile l'antica porta-finestra, oggi solo finestra, che introduceva nella villa coloro che arrivavano in barca.
Murati i corridoi sotterranei che portavano alle cucine e magazzini e che furono protagonisti di fosche leggende, restano le storie vere, tra cui quella legata al più splendido tra i Clerici, quell'Antongiorgio, molto caro alla imperatrice Maria Teresa d'Austria che, si dice, lanciava monete d'oro al suo passaggio? Quando si recò al conclave per l'elezione del papa, in rappresentanza della imperatrice, il suo abito aveva una bottoniera di diamanti e i suoi cavalli erano ferrati in argento. Da qui, il detto che trovare un ferro di cavallo porta fortuna.
Numerosi sono gli affreschi che ornano i locali della villa, alcuni visibili ancora oggi, mentre altri stanno affiorando sotto le imbiancature successive.
Altri ancora sono andati definitivamente perduti per l’abbattimento di pareti (soprattutto nel piano superiore del corpo centrale) durante il periodo della proprietà Simontacchi (quando la villa venne adibita a filanda/tessitura), così come è andato perduto lo scalone in granito di cui si parla in una relazione di tanti decenni orsono.
Gli affreschi non sono mai stati studiati, anzi, non molti erano riusciti a vederli, perchè la villa è sempre rimasta chiusa: solo nel 2005, la dr.ssa Simonetta Coppa ebbe modo di prenderne degli affreschi ed identificò gli autori degli affreschi nei più famosi pittori milanesi del XVII secolo: Agostino Santagostino (Storia di Cleopatra nel salone d’onore a pianterreno, che da allora viene indicato con tale nome: “Salone di Cleopatra”), forse Federico Bianchi e sicuramente Stefano Montalto per gli affreschi della Galleria al piano superiore (con un soggetto che venne affrescato dal pittore anche nel palazzo Borromeo-Arese di Cesano Maderno). Lo scorso anno, l'esperto d'arte dott. Paolo Vanoli riuscì ad identificare nel "Bustino", Antonio Crespi, l'autore di alcuni affreschi, di mano inferiore rispetto agli altri dei maggiori maestri del periodo.
Il locale più "intrigante", per me, è un minuscolo locale, riccamente affrescato, l'unico in cui compare il motto dello stemma dei Clerici. Inizialmente avevo pensato ad un piccola cappella, magari della marchesa, per la presenza di due pellicani ma la assenza di affreschi di genere religioso e la circostanza che i due pellicani hanno una corona marchionale mi porta a ritenere un uso diverso, magari legato alla simbologia rosacrociana o massonica. "Cavaliere dell'Aquila e del pellicano", sovrano principe rosacroce, è anche la denominazione del 18º grado del Rito scozzese antico ed accettato della massoneria
Nel 1871 il complesso venne venduto dai marchesi Clerici e da allora iniziò una lenta decadenza. Trasformata in tessitura e poi disabitata, oggi ci accoglie con affreschi meravigliosi e con la splendida scalinata in granito rosa di Baveno che scende verso il naviglio. Purtroppo, l'ultima rampa venne eliminata - per realizzare una vasca antincendio - nel periodo in cui divenne una fabbrica. Nella fotografia, è ancora visibile l'antica porta-finestra, oggi solo finestra, che introduceva nella villa coloro che arrivavano in barca.
Murati i corridoi sotterranei che portavano alle cucine e magazzini e che furono protagonisti di fosche leggende, restano le storie vere, tra cui quella legata al più splendido tra i Clerici, quell'Antongiorgio, molto caro alla imperatrice Maria Teresa d'Austria che, si dice, lanciava monete d'oro al suo passaggio? Quando si recò al conclave per l'elezione del papa, in rappresentanza della imperatrice, il suo abito aveva una bottoniera di diamanti e i suoi cavalli erano ferrati in argento. Da qui, il detto che trovare un ferro di cavallo porta fortuna.
Numerosi sono gli affreschi che ornano i locali della villa, alcuni visibili ancora oggi, mentre altri stanno affiorando sotto le imbiancature successive.
Altri ancora sono andati definitivamente perduti per l’abbattimento di pareti (soprattutto nel piano superiore del corpo centrale) durante il periodo della proprietà Simontacchi (quando la villa venne adibita a filanda/tessitura), così come è andato perduto lo scalone in granito di cui si parla in una relazione di tanti decenni orsono.
Gli affreschi non sono mai stati studiati, anzi, non molti erano riusciti a vederli, perchè la villa è sempre rimasta chiusa: solo nel 2005, la dr.ssa Simonetta Coppa ebbe modo di prenderne degli affreschi ed identificò gli autori degli affreschi nei più famosi pittori milanesi del XVII secolo: Agostino Santagostino (Storia di Cleopatra nel salone d’onore a pianterreno, che da allora viene indicato con tale nome: “Salone di Cleopatra”), forse Federico Bianchi e sicuramente Stefano Montalto per gli affreschi della Galleria al piano superiore (con un soggetto che venne affrescato dal pittore anche nel palazzo Borromeo-Arese di Cesano Maderno). Lo scorso anno, l'esperto d'arte dott. Paolo Vanoli riuscì ad identificare nel "Bustino", Antonio Crespi, l'autore di alcuni affreschi, di mano inferiore rispetto agli altri dei maggiori maestri del periodo.
Il locale più "intrigante", per me, è un minuscolo locale, riccamente affrescato, l'unico in cui compare il motto dello stemma dei Clerici. Inizialmente avevo pensato ad un piccola cappella, magari della marchesa, per la presenza di due pellicani ma la assenza di affreschi di genere religioso e la circostanza che i due pellicani hanno una corona marchionale mi porta a ritenere un uso diverso, magari legato alla simbologia rosacrociana o massonica. "Cavaliere dell'Aquila e del pellicano", sovrano principe rosacroce, è anche la denominazione del 18º grado del Rito scozzese antico ed accettato della massoneria
Alcuni video su youtube
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Uno spezzone del film di Ermanno Olmi "L'albero delgli zoccolo"
si può notare, l'imbarcadero di Castelletto di Cuggiono e Villa Clerici sullo sfondo
Palazzo Clerici (Milano)
Un gioiello nascosto, tra le vie storiche della vecchia Milano, quasi mimetizzato tra i palazzi vicini...ma fidatevi, non appena varchetete la soglia e salirete oltre lo scalone d'onore, vi si riempiranno gli occhi!
La famiglia Clerici lo acquista e lo abita nel periodo che va dalla seconda metà del ‘600 alla fine del ‘700, consolidando così la propria influenza e potenza.
In questi anni il palazzo è una delle dimore più lussuose della città.
Presenta una facciata dall’aspetto sobrio che contrasta con la ricchezza decorativa degli interni.
La parte centrale della facciata è costruita in modo da rendere più agevole l’accesso delle carrozze all’interno del cortile.
Lo scalone d’onore presenta, unico tra i palazzi milanesi, una serie di statue femminili vestite all’orientale.
Nel 1740, Giorgio Antonio Clerici affida a Giambattista Tiepolo l’incarico di decorare la volta della galleria di rappresentanza.
L’affresco di Tiepolo rappresenta “La corsa del carro del Sole” attraverso il cielo, abitato dalle divinità dell’Olimpo e circondato da creature terrestri che simboleggiano i continenti. La “boiserie”, che tappezza tutta la sala, costituisce la testimonianza dello sfarzo e della raffinatezza artistica raggiunti nel XVIII secolo in Lombardia nell’arte dell’intaglio.
Una delle tante meraviglie inaspettate, preziose,nascoste, che Milano ci riserva!
Per eventuali visite,trovate tutte le info qui: https://www.ispionline.it/it/palazzo-clerici/visite-guidate
Un gioiello nascosto, tra le vie storiche della vecchia Milano, quasi mimetizzato tra i palazzi vicini...ma fidatevi, non appena varchetete la soglia e salirete oltre lo scalone d'onore, vi si riempiranno gli occhi!
La famiglia Clerici lo acquista e lo abita nel periodo che va dalla seconda metà del ‘600 alla fine del ‘700, consolidando così la propria influenza e potenza.
In questi anni il palazzo è una delle dimore più lussuose della città.
Presenta una facciata dall’aspetto sobrio che contrasta con la ricchezza decorativa degli interni.
La parte centrale della facciata è costruita in modo da rendere più agevole l’accesso delle carrozze all’interno del cortile.
Lo scalone d’onore presenta, unico tra i palazzi milanesi, una serie di statue femminili vestite all’orientale.
Nel 1740, Giorgio Antonio Clerici affida a Giambattista Tiepolo l’incarico di decorare la volta della galleria di rappresentanza.
L’affresco di Tiepolo rappresenta “La corsa del carro del Sole” attraverso il cielo, abitato dalle divinità dell’Olimpo e circondato da creature terrestri che simboleggiano i continenti. La “boiserie”, che tappezza tutta la sala, costituisce la testimonianza dello sfarzo e della raffinatezza artistica raggiunti nel XVIII secolo in Lombardia nell’arte dell’intaglio.
Una delle tante meraviglie inaspettate, preziose,nascoste, che Milano ci riserva!
Per eventuali visite,trovate tutte le info qui: https://www.ispionline.it/it/palazzo-clerici/visite-guidate
Servizio a cura di: Conosci Milano
Carlo Cornelli
che acquistò la villa Clerici di Castelletto di Cuggiono in cui abitò. Si ricorda che si muoveva per il paese su una specie di triciclo (al triciclo dal Curnèli). Fu sindaco di Robecchetto (1911-1912).
Fu la amministrazione Cornelli che decise di approvare l'acquisto del palazzo Fagnani Arese e di parte del giardino dal conte Francesco Arese e dalla contessa Maria Chiara (Marichia) Pallavicini ved. Arese, per adibirlo a municipio e scuole. (foto proprietà L.V.P.)
Articolo di Logos del Febbraio 2021
Villa Clerici è finalmente stata acquistata
Villa Clerici è finalmente stata acquistata
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