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di Alberto Aspesi
editing Roberto Bottiani
editing Roberto Bottiani
Nato a Lavagna (Genova) nel 1940.
Diplomato al Liceo Artistico Barabino di Genova. Insegnante di tecniche pittoriche e cromatologia alla scuola degli artisti della fondazione A.Durini di Milano. Per oltre trent’anni presente nelle più importanti rassegne pittoriche nazionali e internazionali. Cultore delle tecniche pittoriche tradizionali, dipinge a tempera grassa all’uovo, intaglia legno e linoleum, incide a bulino su metallo e pietra. È’ presente nel Repertorio degli Incisori Italiani. Ha vissuto e lavorato tra Castano Primo (Milano) e Lavagna. L’ artista L’inizio della sua carriera, per un breve periodo, è caratterizzato dalla realizzazione di pregevoli quadri paesaggistici con opere raffiguranti angoli di vita urbano-rurale, spazi ampi, fiori, prati e colori vivaci. Passa però in breve tempo allo stile che lo caratterizzerà maggiormente, opere ricche di figure umane deformate, cattive, violente, a volte addirittura atroci, opere pessimiste che esprimono sempre giudizi severi riguardo il mondo e gli uomini. Già dalle sue prime opere esposte si possono notare emozione, energia e capacità meditativa. Nella sua pittura si ritrova un clima esistenziale, poetico e originale; figure con pose e soprattutto espressioni in bilico fra sogno e realtà, colori con tonalità personali. Tutto da’ l’impressione di essere un’invenzione fuori dal tempo. Le sue opere, incisioni o tempere grasse, sono caratterizzate da una forte componente onirica, parente stretta di un surrealismo espressionista, sottolineate da un segno grafico tormentato, affilato come un bulino fiammingo. Come disse il critico Giorgio Seveso: “lo stile di Sanguineti è figurativo, lirico e magico”. La sua “pittura d’ombra” diventa anche una rigorosa ricerca sulle antiche tematiche della maniera a tempera. La sua ispirazione nasce e si sviluppa dalle molteplici esperienze artistiche degli anni sessanta e settanta, principalmente l’astrattismo figurativo e la sperimentazione. Da qui riesce ad inventare un suo linguaggio personalizzato, interpretando il clima del momento con dipinti ed incisioni cariche di atmosfere particolari, sempre caratterizzate da scene grottesche, a denuncia dei malesseri dei tempi. La sua è una pittura a sfondo sociale. I suoi personaggi raggrinziti, sempre ironici, fantasiosi, a volte rappresentati con colori equilibrati ed accordati, a volte con accostamenti di colore improbabili, sono una denuncia dei difetti del potere e della società. Le sue opere riescono quasi sempre nell’intento di incuriosire ed affascinare lo spettatore facendolo riflettere e ponendo degli interrogativi. Per lui l’arte è sempre stata considerata come un modo di mostrare il mondo e i suoi avvenimenti da un’angolazione differente da quelle che sono le notizie o i documenti, perché filtrati e reinventati dall’artista. |
Il concittadino
Il Maestro Sanguineti conobbe la famiglia Vitalone a Lavagna, dove il dottor Vito, insieme alla moglie Vincenzina Valle, entrambi apprezzati medici a Castano, ed alle figlie Pinuccia e Saveria, erano soliti trascorrere il periodo estivo.
Ugo arrivò a Castano per la prima volta nel 1961 insieme al Dott. Vitalone, proprio di rientro dalle ferie a Lavagna.
Rimase affascinato da un’opera presente nel nostro comune: gli affreschi di Gaetano Previati.
Previati morì a Lavagna. Lo considerò un legame artistico fra le due città, quasi un segno del destino. A testimonianza di questo era solito ripetere: “…ho fatto il percorso inverso rispetto a Previati, da Lavagna sono venuto a Castano per morirvi”.
La seconda volta che venne a Castano conobbe Terenzio Crespi e le persone che frequentavano la sua edicola nel centro del paese. Tramite Crespi si avvicinò anche al mondo del ciclismo, unico sport che avrebbe apprezzato, tanto da lavorare con piacere anche con la squadra ciclistica locale, il “Pedale Castanese”.
Da subito trovò un ambiente positivo per la sua vita e creativo per la sua arte incominciando ad inserirsi con piacere nella realtà castanese.
Iniziò a stampare presso la tipografia Picco, organizzò le prime mostre e cominciò a collaborare con le associazioni locali.
Tutto questo con entusiasmo e soprattutto con il piacere di farlo per chi, come i castanesi, apprezzava il suo operato, dandogli ampi spazi di manovra e consenso.
Come diceva: “A Castano ho trovato della gente formidabile, che mi ha dato molto e alla quale penso di aver dato qualcosa anch’io. Non parlo solo degli intellettuali e dei professori, ma soprattutto della gente comune che incontro quotidianamente”.
Collaborò spesso anche con la Parrocchia, verso la quale fu sempre riconoscente, illustrando il periodico “Eco di Castano” e realizzando una “porta” per la solenne processione del Santo Crocifisso del 1984.
Appagò il suo desiderio di rimanere “bambino fra i bambini” con la gioia di lavorare insieme agli insegnanti delle scuole elementari, tenendo corsi di educazione all’immagine, per far scoprire e conoscere la felicità del disegno e dei colori.
Collaborò con l’AVIS locale contribuendo a far conoscere il fondamentale ruolo dell’associazione. Per tutto ciò gli venne conferita la medaglia d’oro nel 2001.
Fece parte della cooperativa “Est Ticino” che gli diede, fra l’altro, la possibilità di raccontare ed illustrare una sua personale interpretazione della storia di Castano.
Grazie a questa opportunità ci ha potuto lasciare una pittura murale “pubblica” che è entrata a far parte dell’ambiente quotidiano divenendo così fruibile da tutti.
Il concittadino
Il Maestro Sanguineti conobbe la famiglia Vitalone a Lavagna, dove il dottor Vito, insieme alla moglie Vincenzina Valle, entrambi apprezzati medici a Castano, ed alle figlie Pinuccia e Saveria, erano soliti trascorrere il periodo estivo.
Ugo arrivò a Castano per la prima volta nel 1961 insieme al Dott. Vitalone, proprio di rientro dalle ferie a Lavagna.
Rimase affascinato da un’opera presente nel nostro comune: gli affreschi di Gaetano Previati.
Previati morì a Lavagna. Lo considerò un legame artistico fra le due città, quasi un segno del destino. A testimonianza di questo era solito ripetere: “…ho fatto il percorso inverso rispetto a Previati, da Lavagna sono venuto a Castano per morirvi”.
La seconda volta che venne a Castano conobbe Terenzio Crespi e le persone che frequentavano la sua edicola nel centro del paese. Tramite Crespi si avvicinò anche al mondo del ciclismo, unico sport che avrebbe apprezzato, tanto da lavorare con piacere anche con la squadra ciclistica locale, il “Pedale Castanese”.
Da subito trovò un ambiente positivo per la sua vita e creativo per la sua arte incominciando ad inserirsi con piacere nella realtà castanese.
Iniziò a stampare presso la tipografia Picco, organizzò le prime mostre e cominciò a collaborare con le associazioni locali.
Tutto questo con entusiasmo e soprattutto con il piacere di farlo per chi, come i castanesi, apprezzava il suo operato, dandogli ampi spazi di manovra e consenso.
Come diceva: “A Castano ho trovato della gente formidabile, che mi ha dato molto e alla quale penso di aver dato qualcosa anch’io. Non parlo solo degli intellettuali e dei professori, ma soprattutto della gente comune che incontro quotidianamente”.
Collaborò spesso anche con la Parrocchia, verso la quale fu sempre riconoscente, illustrando il periodico “Eco di Castano” e realizzando una “porta” per la solenne processione del Santo Crocifisso del 1984.
Appagò il suo desiderio di rimanere “bambino fra i bambini” con la gioia di lavorare insieme agli insegnanti delle scuole elementari, tenendo corsi di educazione all’immagine, per far scoprire e conoscere la felicità del disegno e dei colori.
Collaborò con l’AVIS locale contribuendo a far conoscere il fondamentale ruolo dell’associazione. Per tutto ciò gli venne conferita la medaglia d’oro nel 2001.
Fece parte della cooperativa “Est Ticino” che gli diede, fra l’altro, la possibilità di raccontare ed illustrare una sua personale interpretazione della storia di Castano.
Grazie a questa opportunità ci ha potuto lasciare una pittura murale “pubblica” che è entrata a far parte dell’ambiente quotidiano divenendo così fruibile da tutti.
Queste opere, molto diffuse fino all’800, non hanno carattere religioso ma, a differenza di quelle del passato, riproducono tematiche legate alla vita e alla cultura della gente, con lo scopo di accorciare la distanza fra arte e popolo.
Le pitture murali del cortile di via Rugabella (1984) che ripropongono, con trasfigurazioni artistiche e fantastiche, una sintesi della vita quotidiana, dei luoghi e della storia, con scorci reali e caratteristici di Castano (Villa Rusconi, il Santo Crocifisso, il sacrificio dei tre Martiri, la ricostruzione post-bellica, ecc.) sono diventate un “testamento” storico-figurato da tramandare ai posteri.
Sempre per la cooperativa “Est Ticino”, nel 2001, per celebrare l’inizio del nuovo millennio, illustra un calendario, denominato “Il tempo dell’uomo”, realizzando 7 linoleumgrafie e 6 acqueforti rappresentanti gli aspetti complessi, problematici e tormentati del rapporto fra uomo, tempo e ambiente circostante.
Una vita intera passata con la moglie Saveria, si sono conosciuti da bambini a Lavagna, dove lei trascorreva le vacanze, e mai più lasciati. Da sposati si stabiliscono dapprima a Lavagna, dove nasce la figlia Ilaria, poi si trasferiscono a Castano.
L’abbandono del paesaggio da cartolina della Liguria e il ritorno fra il grigio della nebbia, la campagna piatta, la fabbriche e il malinconico fascino della pianura padana hanno sicuramente contribuito a creare in lui nuovi stimoli per la sua arte.
Il suo concetto artistico non era mai inteso come attività destinata ad un’elite, l’artista deve frequentare “l’agorà”, la piazza del paese; è solo qui che può avere quel vitale scambio culturale quotidiano che contribuisce ad arricchirlo. Da questo, attraverso la sua sensibilità, “l’artista ha il dovere di comunicare a tutti le emozioni e i significati della realtà che altrimenti sfuggirebbero ai più, sopraffatti e distratti dalle incombenze della vita pratica”.
Anche per questa sua convinzione profonda è stato molto presente nella comunità.
Discreto, fisicamente minuto, sempre elegante, mai trasandato, occhi vivaci, la cravatta a farfalla portata con invidiabile naturalezza e il frequente baciamano alle signore, un calice di buon vino come aperitivo al bar la domenica mattina, il piacere per il buon cibo in compagnia degli amici, sempre disponibile a scambiare qualche battuta con chi incontrava per strada o con i vicini di casa, con la caratteristica e piacevolissima cadenza ligure.
Spesso ironico e sempre apparentemente in pace con se’ stesso, si muoveva quasi sempre a piedi. Per scelta non ha mai avuto la televisione.
Ambientato perfettamente fra i Castanesi non ha però mai dimenticato le sue radici profonde legate alla città natale, Lavagna. Appena poteva tornava lì a riempirsi gli occhi dell’azzurro e dell’immensità del suo mare.
Per qualcuno era “il Maestro”, per tutti gli altri era “il sciur Ugo”.
Ci ha lasciato il 7 di gennaio 2014.
Un particolare ringraziamento, da parte dello staff di CP Container, alla signora Saveria Vitalone Sanguineti per il materiale e per il prezioso supporto fornitoci.
Lo studio di Castano Primo
Di seguito gli articoli, pubblicati su due riviste di architettura, riguardanti lo studio di Castano Primo
del Maestro Ugo Sanguineti
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Manoscritto di preparazione delle installazioni per la festa del
S.S. Crocifisso del 1984
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