Piero Adobati
Editing Roberto Bottiani

Le tappe di un lungo itinerario artistico
Nato a Castano Primo nel 1949.
La sua prima mostra è del 1975, i suoi lavori sono in collezioni italiane e estere
La maturità ed il valore artistico di un pittore non sono necessariamente legati al definirsi di una fisionomia caratteristica e stabile che ne contraddistingua immutabilmente lo stile ed i contenuti , ma possono spesso associarsi ad una mutevolezza che, lungi dall’essere indice di incoerenza e di volubilità, è il frutto della tensione dell’artista verso la ricerca di linguaggi sempre nuovi, sull’onda di una continua rimeditazione della natura e degli obiettivi del proprio lavoro pittorico.
E’ questo il caso di Piero Adobati, un pittore che nel corso della sua più che quarantennale attività ha cambiato diverse volte il suo modo di dipingere, al punto che suoi quadri di periodi diversi quasi non si direbbero neppure opera della stessa mano.
Vediamo brevemente le tappe in cui si articola il suo ricco percorso artistico. Partito nei primi anni ‘70 dal figurativo - con soggetti come ritratti, nudi, figure umane - una ventina d’anni dopo ha intrapreso la via dell’astrattismo e ben presto ha assunto come fonte d’ispirazione i motivi del tappeto armeno, in quanto affascinato dalla cultura di un popolo che è stato vittima del primo genocidio del ‘900. Intesi talvolta erroneamente come quadri astratti, i dipinti di questa fase recepiscono in modo evidente il simbolismo dei segni e del colore proprio di quel manufatto artistico tradizionale e portano il pittore ad esplorare una modalità espressiva staccata dalla raffigurazione immediata del reale che tuttavia mantiene un legame semantico con la realtà, pur simbolicamente filtrato da un preciso codice culturale.
Non va dimenticato il breve “periodo monocromo” (2006 circa) , concretizzatosi in una pittura su tavole di legno lavorate dove il colore era l’unico ed indiscusso protagonista; una fase, questa, subito abbandonata in quanto appariva al pittore come una via chiusa senza possibilità di sviluppo.
A partire dal 2008 abbiamo un ritorno al figurativo, con una ricca produzione i cui soggetti tornano ad essere soprattutto ritratti, tra cui molti di personaggi famosi. In questa nuova fase si collocano anche diversi esempi di autoritratto, un soggetto sollecitato dalla partecipazione ad una collettiva a tema tenutasi presso il prestigioso MAGA di Gallarate.
Recentemente Adobati, ripescando opere dimenticate nel suo vasto “magazzino” pittorico (nel senso letterale del termine), ha ripreso a lavorare a vecchie tele lasciate da tempo interrotte. Hanno così assunto una forma definitiva vecchi “tappeti” lasciati a metà e hanno subito una singolare metamorfosi alcuni nudi del primo periodo, sopra i quali sono stati dipinti i motivi del tappeto lasciando però trasparire a tratti la forma originaria. Si tratta di un interessante esperimento che esprime il desiderio dell’artista di fare il punto sull’evoluzione del suo lavoro e di riannodare in una singolare sintesi i fili interrotti di fasi superate ma mai ripudiate.
Molto probabilmente degli sviluppi ulteriori nel modo di fare pittura di Adobati ci saranno, vista la sua propensione per la ricerca e la sperimentazione, e pur non potendo al momento ipotizzare la direzione futura del suo itinerario artistico possiamo sicuramente aspettarci delle positive sorprese.
Un’ultima riflessione riguarda la dimensione culturale del nostro artista, al di là dell’aspetto strettamente pittorico. Adobati è fondamentalmente un autodidatta (e lo è anche in pittura), ma nonostante non abbia seguito studi specifici ha sempre cercato di ampliare la propria cultura con approfondite e meditate letture di carattere sia filosofico sia letterario che in qualche modo si riflettono nella sua attività artistica. La sua, però, non è affatto una pittura “a tesi”, orientata in modo programmaticamente ideologico, bensì è un’arte libera e spontanea che segue unicamente la spinta espressiva dell’autore senza voler comunicare un messaggio precostituito e affidandosi unicamente alla forza suggestiva del segno pittorico tesa a sollecitare nel fruitore una risposta altrettanto libera e spontanea.
Giuseppe Castoldi
Nato a Castano Primo nel 1949.
La sua prima mostra è del 1975, i suoi lavori sono in collezioni italiane e estere
La maturità ed il valore artistico di un pittore non sono necessariamente legati al definirsi di una fisionomia caratteristica e stabile che ne contraddistingua immutabilmente lo stile ed i contenuti , ma possono spesso associarsi ad una mutevolezza che, lungi dall’essere indice di incoerenza e di volubilità, è il frutto della tensione dell’artista verso la ricerca di linguaggi sempre nuovi, sull’onda di una continua rimeditazione della natura e degli obiettivi del proprio lavoro pittorico.
E’ questo il caso di Piero Adobati, un pittore che nel corso della sua più che quarantennale attività ha cambiato diverse volte il suo modo di dipingere, al punto che suoi quadri di periodi diversi quasi non si direbbero neppure opera della stessa mano.
Vediamo brevemente le tappe in cui si articola il suo ricco percorso artistico. Partito nei primi anni ‘70 dal figurativo - con soggetti come ritratti, nudi, figure umane - una ventina d’anni dopo ha intrapreso la via dell’astrattismo e ben presto ha assunto come fonte d’ispirazione i motivi del tappeto armeno, in quanto affascinato dalla cultura di un popolo che è stato vittima del primo genocidio del ‘900. Intesi talvolta erroneamente come quadri astratti, i dipinti di questa fase recepiscono in modo evidente il simbolismo dei segni e del colore proprio di quel manufatto artistico tradizionale e portano il pittore ad esplorare una modalità espressiva staccata dalla raffigurazione immediata del reale che tuttavia mantiene un legame semantico con la realtà, pur simbolicamente filtrato da un preciso codice culturale.
Non va dimenticato il breve “periodo monocromo” (2006 circa) , concretizzatosi in una pittura su tavole di legno lavorate dove il colore era l’unico ed indiscusso protagonista; una fase, questa, subito abbandonata in quanto appariva al pittore come una via chiusa senza possibilità di sviluppo.
A partire dal 2008 abbiamo un ritorno al figurativo, con una ricca produzione i cui soggetti tornano ad essere soprattutto ritratti, tra cui molti di personaggi famosi. In questa nuova fase si collocano anche diversi esempi di autoritratto, un soggetto sollecitato dalla partecipazione ad una collettiva a tema tenutasi presso il prestigioso MAGA di Gallarate.
Recentemente Adobati, ripescando opere dimenticate nel suo vasto “magazzino” pittorico (nel senso letterale del termine), ha ripreso a lavorare a vecchie tele lasciate da tempo interrotte. Hanno così assunto una forma definitiva vecchi “tappeti” lasciati a metà e hanno subito una singolare metamorfosi alcuni nudi del primo periodo, sopra i quali sono stati dipinti i motivi del tappeto lasciando però trasparire a tratti la forma originaria. Si tratta di un interessante esperimento che esprime il desiderio dell’artista di fare il punto sull’evoluzione del suo lavoro e di riannodare in una singolare sintesi i fili interrotti di fasi superate ma mai ripudiate.
Molto probabilmente degli sviluppi ulteriori nel modo di fare pittura di Adobati ci saranno, vista la sua propensione per la ricerca e la sperimentazione, e pur non potendo al momento ipotizzare la direzione futura del suo itinerario artistico possiamo sicuramente aspettarci delle positive sorprese.
Un’ultima riflessione riguarda la dimensione culturale del nostro artista, al di là dell’aspetto strettamente pittorico. Adobati è fondamentalmente un autodidatta (e lo è anche in pittura), ma nonostante non abbia seguito studi specifici ha sempre cercato di ampliare la propria cultura con approfondite e meditate letture di carattere sia filosofico sia letterario che in qualche modo si riflettono nella sua attività artistica. La sua, però, non è affatto una pittura “a tesi”, orientata in modo programmaticamente ideologico, bensì è un’arte libera e spontanea che segue unicamente la spinta espressiva dell’autore senza voler comunicare un messaggio precostituito e affidandosi unicamente alla forza suggestiva del segno pittorico tesa a sollecitare nel fruitore una risposta altrettanto libera e spontanea.
Giuseppe Castoldi
Opere di Piero Adobati 2022
Mostre di Piero Adobati
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