di Andrea Colombo
Editing Roberto Bottiani
Il kayak è uno di quegli sport che se ti “prende” crea dipendenza, quegli sport che non vedi l’ora di rifare, quegli sport che ti fanno stare bene, sia a livello fisico ma soprattutto mentale, quegli sport che in qualche modo ti cambiano la vita, le abitudini, che ti fanno apprezzare la natura e creano dei forti legami con i compagni di “fiume”. Proprio così, può sembrare uno sport meramente individuale ma in realtà crea dei legami che é difficile trovare anche nei classici sport di squadra.
Il merito della mia scoperta del kayak è sicuramente di mio papà Sergio,il quale a metà degli anni ’70 fu uno dei primi canoisti fluviali del castanese, nonché uno dei fondatori del Kayak Team Turbigo (KTT), che nel corso degli anni é diventata una delle “squadre” di kayak fluviale più rinomate d’Italia.
Le prime pagaiate su un kayak le feci nei mesi estivi, al Ticino in località “casa delle barche” a pochi km da casa finché all'età di 12 anni (1998) ho fatto un corso con il KTT e da quel momento non ho più smesso.
In quegli anni, nasceva il kayak freestyle, chiamato anche rodeo, in quanto lo scopo è quello di domare un’onda statica fluviale, proprio come fanno i cowboy nei rodei, ed eseguire figure aree di differenti difficoltà.
Nei rodei, ci si sfidava su queste onde (di fiume) e a fine giornata la giuria eleggeva il vincitore. Il clima che si percepiva in queste manifestazioni è sempre stato sempre molto gogliardico e amichevole, anche quando queste gare hanno iniziato a prendere una piega più competitiva.
Il mio campo d’allenamento, per quel periodo è stata la mitica “onda di Turbigo”. Uno spot conosciuto in tutta Italia, in cui sono state organizzate gare di livello internazionale, campionati italiani e prove di coppa Italia; ove vi parteciparono anche canoisti di fama mondiale; fu un punto di riferimento ed allenamento a livello nazionale.
Nel kayak freestyle vinsi le mie prime medaglie come junior (minore di 18 anni) a livello nazionale, un paio di campionati italiani, partecipai ad un po’ di prove della coppa Europa, quando le distanze ed i costi di trasferta non erano eccessivi, già perché in Italia questa specialità non è riconosciuta dalla FICK (Federazione Italiana Canoa e Kayak) e quindi le trasferte e iscrizioni ai vari campionati erano e sono tuttora a carico degli atleti, compresi i campionati del mondo, a cui partecipai nel 2003 a Graz (Austria) e 2009 Thun (Svizzera). Ammirevolmente, nelle occasioni più importanti costruttori e commercianti del settore a volte hanno supportato la squadra nazionale.
Nostro malgrado l’onda di Turbigo nella stagione 2004/2005 sparì a causa di modifiche strutturali del canale (Naviglio Grande) e così è successo in altri spot in Italia e nel giro di qualche anno ci trovammo privati della possibilità di allenarci. Provammo a richiedere un supporto agli Enti interessati, ma essendo il kayak classificato come “sport minore” é stato fatto solo qualche progetto sulla carta, ma nulla di concreto. A causa di questi eventi il movimento del rodeo in Italia è rallentato notevolmente e di conseguenza il livello tecnico degli atleti non ha potuto rimanere al passo con i tempi; la dimostrazione è stata il mondiale del 2009 a Thun in Svizzera, dove ci siamo trovati davanti agli atleti del resto del mondo i quali erano avanti anni luce rispetto a noi italiani. Nonostante ciò solo pochi punti ci hanno tenuti fuori dalle qualificazioni. Le esperienze ai mondiali sono state uniche ed indimenticabili.
Il merito della mia scoperta del kayak è sicuramente di mio papà Sergio,il quale a metà degli anni ’70 fu uno dei primi canoisti fluviali del castanese, nonché uno dei fondatori del Kayak Team Turbigo (KTT), che nel corso degli anni é diventata una delle “squadre” di kayak fluviale più rinomate d’Italia.
Le prime pagaiate su un kayak le feci nei mesi estivi, al Ticino in località “casa delle barche” a pochi km da casa finché all'età di 12 anni (1998) ho fatto un corso con il KTT e da quel momento non ho più smesso.
In quegli anni, nasceva il kayak freestyle, chiamato anche rodeo, in quanto lo scopo è quello di domare un’onda statica fluviale, proprio come fanno i cowboy nei rodei, ed eseguire figure aree di differenti difficoltà.
Nei rodei, ci si sfidava su queste onde (di fiume) e a fine giornata la giuria eleggeva il vincitore. Il clima che si percepiva in queste manifestazioni è sempre stato sempre molto gogliardico e amichevole, anche quando queste gare hanno iniziato a prendere una piega più competitiva.
Il mio campo d’allenamento, per quel periodo è stata la mitica “onda di Turbigo”. Uno spot conosciuto in tutta Italia, in cui sono state organizzate gare di livello internazionale, campionati italiani e prove di coppa Italia; ove vi parteciparono anche canoisti di fama mondiale; fu un punto di riferimento ed allenamento a livello nazionale.
Nel kayak freestyle vinsi le mie prime medaglie come junior (minore di 18 anni) a livello nazionale, un paio di campionati italiani, partecipai ad un po’ di prove della coppa Europa, quando le distanze ed i costi di trasferta non erano eccessivi, già perché in Italia questa specialità non è riconosciuta dalla FICK (Federazione Italiana Canoa e Kayak) e quindi le trasferte e iscrizioni ai vari campionati erano e sono tuttora a carico degli atleti, compresi i campionati del mondo, a cui partecipai nel 2003 a Graz (Austria) e 2009 Thun (Svizzera). Ammirevolmente, nelle occasioni più importanti costruttori e commercianti del settore a volte hanno supportato la squadra nazionale.
Nostro malgrado l’onda di Turbigo nella stagione 2004/2005 sparì a causa di modifiche strutturali del canale (Naviglio Grande) e così è successo in altri spot in Italia e nel giro di qualche anno ci trovammo privati della possibilità di allenarci. Provammo a richiedere un supporto agli Enti interessati, ma essendo il kayak classificato come “sport minore” é stato fatto solo qualche progetto sulla carta, ma nulla di concreto. A causa di questi eventi il movimento del rodeo in Italia è rallentato notevolmente e di conseguenza il livello tecnico degli atleti non ha potuto rimanere al passo con i tempi; la dimostrazione è stata il mondiale del 2009 a Thun in Svizzera, dove ci siamo trovati davanti agli atleti del resto del mondo i quali erano avanti anni luce rispetto a noi italiani. Nonostante ciò solo pochi punti ci hanno tenuti fuori dalle qualificazioni. Le esperienze ai mondiali sono state uniche ed indimenticabili.
Messo da parte un po’ il rodeo ho iniziato a dedicarmi alle discese in fiume, l’essenza del kayak, questa disciplina é chiamata kayak d’alto corso o freeride, utilizzando un termine moderno.
La ricerca di rapide, salti, cascate e nuovi percorsi mi hanno portato a discendere ed affrontare fiumi e torrenti di difficoltà sempre maggiori, con rapide al limite della navigabilità. La voglia di vivere il fiume, di avventura e di stare nella natura, sono le motivazioni che mi hanno portato a trascorrere le mie vacanze con canoa al seguito e a scoprire percorsi di acqua mossa su tutto l'arco alpino, in paesi europei tra cui Francia, Slovenia, Austria, Svizzera, Corsica, Norvegia e ho partecipato anche a due spedizioni sui fiumi sudamericani del Venezuela nel 2005 ed Ecuador nel 2008.
Nella specialità dell’alto corso ho ottenuto degli ottimi risultati nelle competizioni di coppia Italia e per 4 anni ho partecipato ai Teva Outdoor Games, la più importante manifestazione italiana in cui venivano invitati i migliori atleti al mondo e si potevano sfidare su percorsi estremi in discese a tempo e boater cross.
Nel 2009 la redazione televisiva di Mediaset ha contattato i tecnici della Federazione Italiana Canoa e Kayak, alla ricerca di possibili atleti per sfidare un record mondiale. Così la FICK ha segnalato il KTT, dandoci la possibilità di sfidare un record mondiale alla trasmissione televisiva Guinnes World Record. Il record da battere consisteva nel compiere il maggior numero di eskimi in un minuto senza l'ausilio della pagaia detenuto da un canoista spagnolo. (l'eskimo é la manovra che permette in caso di ribaltamento di ritornare in superficie).
Ovviamente non mi sono lasciato scappare l'occasione ed insieme a Marcello Parmigiani e Davide Longoni accettammo la sfida ed iniziammo insieme degli allenamenti nella piscina di Trecate qualche mese prima della trasmissione.
Nonostante il limitato allenamento ci siamo avvicinati tutti e tre al record mondiale di 33 eskimi in un minuto. Durante la famosa trasmissione diretta da Barbara D'Urso e Umberto Pellizzari sono riuscito ad eseguire il trentatreesimo eskimo ed egualiare quindi il record. É stata una bellissima esperienza, una bella impresa e un’interessante finestra mediatica, ma gli allenamenti chiusi in una piscina sono noiosi meglio stare all’aria aperta!
Dal 2009 faccio parte del Dragorossi Team azienda leader italiana nella produzione di kayak la quale supporta alcuni tra i migliori raider nazionali.
In questi anni oltre a pagaiare mi sono dapprima diplomato all istituto G.Torno di Castano Primo e successivamente laureato in scienze naturali e dal 2011 lavoro in una azienda di Lonate Pozzolo nell’ambito della sicurezza sul lavoro; questo è per chiarire che non sono un professionista del kayak, perché comunque a livello economico é davvero difficile vivere di solo kayak.
Negli ultimi anni mi sono avvicinato anche allo snowboard nel periodo invernale e all’enduro in mountain bike nei periodi di “secca”, in generale adoro le attività outdoor e la montagna.
Mi sarebbe piaciuto raccontare qualche aneddoto ma se venite a trovarci al Kayak Team Turbigo avrete modo di capire di cosa vi ho parlato e avrete la possibilità di fare un corso con noi e scoprire in sicurezza angoli del nostro territorio ancora ben conservati a livello naturalistico e raggiungibili solamente in canoa. Al contrario di quello che molti pensano il kayak é uno sport per tutti!
Andrea Colombo
La ricerca di rapide, salti, cascate e nuovi percorsi mi hanno portato a discendere ed affrontare fiumi e torrenti di difficoltà sempre maggiori, con rapide al limite della navigabilità. La voglia di vivere il fiume, di avventura e di stare nella natura, sono le motivazioni che mi hanno portato a trascorrere le mie vacanze con canoa al seguito e a scoprire percorsi di acqua mossa su tutto l'arco alpino, in paesi europei tra cui Francia, Slovenia, Austria, Svizzera, Corsica, Norvegia e ho partecipato anche a due spedizioni sui fiumi sudamericani del Venezuela nel 2005 ed Ecuador nel 2008.
Nella specialità dell’alto corso ho ottenuto degli ottimi risultati nelle competizioni di coppia Italia e per 4 anni ho partecipato ai Teva Outdoor Games, la più importante manifestazione italiana in cui venivano invitati i migliori atleti al mondo e si potevano sfidare su percorsi estremi in discese a tempo e boater cross.
Nel 2009 la redazione televisiva di Mediaset ha contattato i tecnici della Federazione Italiana Canoa e Kayak, alla ricerca di possibili atleti per sfidare un record mondiale. Così la FICK ha segnalato il KTT, dandoci la possibilità di sfidare un record mondiale alla trasmissione televisiva Guinnes World Record. Il record da battere consisteva nel compiere il maggior numero di eskimi in un minuto senza l'ausilio della pagaia detenuto da un canoista spagnolo. (l'eskimo é la manovra che permette in caso di ribaltamento di ritornare in superficie).
Ovviamente non mi sono lasciato scappare l'occasione ed insieme a Marcello Parmigiani e Davide Longoni accettammo la sfida ed iniziammo insieme degli allenamenti nella piscina di Trecate qualche mese prima della trasmissione.
Nonostante il limitato allenamento ci siamo avvicinati tutti e tre al record mondiale di 33 eskimi in un minuto. Durante la famosa trasmissione diretta da Barbara D'Urso e Umberto Pellizzari sono riuscito ad eseguire il trentatreesimo eskimo ed egualiare quindi il record. É stata una bellissima esperienza, una bella impresa e un’interessante finestra mediatica, ma gli allenamenti chiusi in una piscina sono noiosi meglio stare all’aria aperta!
Dal 2009 faccio parte del Dragorossi Team azienda leader italiana nella produzione di kayak la quale supporta alcuni tra i migliori raider nazionali.
In questi anni oltre a pagaiare mi sono dapprima diplomato all istituto G.Torno di Castano Primo e successivamente laureato in scienze naturali e dal 2011 lavoro in una azienda di Lonate Pozzolo nell’ambito della sicurezza sul lavoro; questo è per chiarire che non sono un professionista del kayak, perché comunque a livello economico é davvero difficile vivere di solo kayak.
Negli ultimi anni mi sono avvicinato anche allo snowboard nel periodo invernale e all’enduro in mountain bike nei periodi di “secca”, in generale adoro le attività outdoor e la montagna.
Mi sarebbe piaciuto raccontare qualche aneddoto ma se venite a trovarci al Kayak Team Turbigo avrete modo di capire di cosa vi ho parlato e avrete la possibilità di fare un corso con noi e scoprire in sicurezza angoli del nostro territorio ancora ben conservati a livello naturalistico e raggiungibili solamente in canoa. Al contrario di quello che molti pensano il kayak é uno sport per tutti!
Andrea Colombo
Aprile 2009 il giorno del Guinness World Records
Photo gallery
Alcuni link:
Questo è il sito ufficiale del KTT, con cui collaboro.
Qui tengo anche dei corsi e potete trovare un po’ di articoli ed informazioni: http://www.kayakteamturbigo.it/
Questo è il sito Dragorossi che da anni mi supporta con il miglior materiale tecnico made in Italy: http://www.dragorossi.it/
Il link della pagina del Guinness World Records dove è registrata la mia impresa: http://www.guinnessworldrecords.com_
Questo è il sito ufficiale del KTT, con cui collaboro.
Qui tengo anche dei corsi e potete trovare un po’ di articoli ed informazioni: http://www.kayakteamturbigo.it/
Questo è il sito Dragorossi che da anni mi supporta con il miglior materiale tecnico made in Italy: http://www.dragorossi.it/
Il link della pagina del Guinness World Records dove è registrata la mia impresa: http://www.guinnessworldrecords.com_