Di Alberto Grampa
editing Roberto Bottiani
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I circa 9.000 ettari di terreno che si estendono a sud di Gallarate e Somma Lombardo fino a Tornavento, Lonate Pozzolo, Turbigo, Nosate e Castano Primo sono familiarmente conosciuti con il nome di “Brughiera”, dalla parola dialettale di origine celtica "brug" che significa erica. Un territorio sfruttato fin dal XVIII° secolo per scopi agricoli e successiamente per fini militari, prima di divenire la culla dell'aviazione in Italia.
A partire dal 1909 sorgono infatti qui i primi campi d'aviazione civili e militari, con annesse scuole di pilotaggio ed officine aeronautiche come quella impiantata nell’aprile 1910 dall’ing Gianni Caproni a Cascina Malpensa (traferita poi a Vizzola Ticino).
Lo scoppio del 1° Conflitto Mondiale e l'entrata in guerra del'Italia il 24 maggio 1915 fanno sì che, oltre ai già attivi campi d'aviazione di Cascina Malpensa e Cascina Costa, l’Amministrazione Militare decide di realizzarne un altro nella “Brughiera” sul territorio di Lonate Pozzolo. I lavori per la costruzione di quest’ultimo, come riferisce lo storico lonatese Ambrogio Milani, iniziano nel corso del 1916 con "il disboscamento ed il livellamento del terreno affidati al lonatese Eugenio Colombo"; lavori che si concludono alla fine del 1917 con la realizzazione di palazzine e hangars.
Un campo d’aviazione battezzato da Gabriele D'Annunzio “Campo della Promessa” in occasione della sua visita avvenuta l’11 marzo 1926 durante la quale il “vate” lascia anche su una stele ancora oggi esistente la seguente epigrafe:“Ai martiri innominati dell'ala infranta e invitta che dell'eterno silenzio fanno la loro gloria eterna". Un luogo ricco di storia aviatoria al pari delle vicine località di Malpensa, Cascina Costa, Vizzola Ticino, dove il volo da cento anni fa parte del DNA di questo Territorio e delle persone che vi abitano. Tornando al “Campo della Promessa”, questo è aperto nel corso del 1918 quando il Battaglione Scuole Aviatori del Regio Esercito vi impianta una Scuola di Pilotaggio che rimane aperta fino alla fine del conflitto.
A partire dal 1909 sorgono infatti qui i primi campi d'aviazione civili e militari, con annesse scuole di pilotaggio ed officine aeronautiche come quella impiantata nell’aprile 1910 dall’ing Gianni Caproni a Cascina Malpensa (traferita poi a Vizzola Ticino).
Lo scoppio del 1° Conflitto Mondiale e l'entrata in guerra del'Italia il 24 maggio 1915 fanno sì che, oltre ai già attivi campi d'aviazione di Cascina Malpensa e Cascina Costa, l’Amministrazione Militare decide di realizzarne un altro nella “Brughiera” sul territorio di Lonate Pozzolo. I lavori per la costruzione di quest’ultimo, come riferisce lo storico lonatese Ambrogio Milani, iniziano nel corso del 1916 con "il disboscamento ed il livellamento del terreno affidati al lonatese Eugenio Colombo"; lavori che si concludono alla fine del 1917 con la realizzazione di palazzine e hangars.
Un campo d’aviazione battezzato da Gabriele D'Annunzio “Campo della Promessa” in occasione della sua visita avvenuta l’11 marzo 1926 durante la quale il “vate” lascia anche su una stele ancora oggi esistente la seguente epigrafe:“Ai martiri innominati dell'ala infranta e invitta che dell'eterno silenzio fanno la loro gloria eterna". Un luogo ricco di storia aviatoria al pari delle vicine località di Malpensa, Cascina Costa, Vizzola Ticino, dove il volo da cento anni fa parte del DNA di questo Territorio e delle persone che vi abitano. Tornando al “Campo della Promessa”, questo è aperto nel corso del 1918 quando il Battaglione Scuole Aviatori del Regio Esercito vi impianta una Scuola di Pilotaggio che rimane aperta fino alla fine del conflitto.
Poi su questo campo d’aviazione cala l’oblio fino a quando la Regia Aeronautica, la nuova Forza Armata autonoma costituita il 28 marzo 1923, non decide di rimetterlo in funzione e sul quale "pensò di riunire una grande massa di velivoli da caccia e da bombardamento, in modo da facilitare l'addestramento collettivo su molti velivoli e possedere una specie di campo sperimentale di metodi tattici dell'aviazione d'azione autonoma. Naturalmente occorse riattare il campo e renderlo capace della nuova funzione che comporta residenza in luogo di alcune centinaia di militari". A partire quindi dal 1924, il “Campo della Promessa” diviene sede del 1° Stormo Aeroplani da Caccia e del 7° Stormo da Bombardamento. In pochi anni Lonate Pozzolo diviene un vero grande aeroporto, non più un campo d’aviazione “povero di mezzi e dove si respira quell’atmosferica romantica fatta di eroismi aviatori” dove ora tutto “é programmato, ordinato e disciplinato”. L'attività di volo è notevole. Accanto a voli di esercitazione sulla “Brughiera” e sull’attiguo “Campo da Bombardamento” (un’area appositamente attrezzata per addestrare gli equipaggi al bombardamento), i reparti di volo effettuano missioni lungo tutta la penisola italiana, partecipando anche a gare aeree e di propaganda. Qui volano e si addestrano “gli uomini del domani - come recita il cronista de “Cronaca Prealpina” in un suo articolo - questi sono i dominatori sublimi, sono gli artefici della grandezza che è fatta di audacia, di coscienza di valore, ove essi vivono, allegri e sereni come fanciulli, entusiasti e vibranti di vita, di forza, di volontà. Vi parlano sorridendo, perché sorridendo essi affrontano il pericolo, sorridendo vincono e sorridendo nascondono le loro prodezze”. Sono gli stessi piloti del 7° Stormo da Bombardamento che riprendono per la prima volta dall’alto le città di Varese, Gallarate e Busto Arsizio. Fotografie aeree che verranno poi pubblicate da "La Prealpina Illustrata" del 14 marzo 1926. Il campo d'aviazione di Lonate diviene ben presto uno degli aeroporti militari più importanti del Nord d’Italia e lo sarà fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale come testimoniato dalle numerose e qualificate visite di personalità politiche (due volte Mussolini vi atterrerà e passerà in rassegna i reparti qui schierati) e militari, oltre a delegazioni italiane e straniere. E non solo: a partire dalla seconda metà degli anni ’30 e fino all’aprile 1945 in alcuni hangar del “Campo della Promessa” si installa la società varesina Aeronautica Macchi. Qui alcune decine di suoi tecnici effettuano il montaggio, le prove a terra e in volo, e la consegna ai clienti degli aeroplani da caccia tipo Aer.Macchi C.200, C.202 e C.205, che giungono smontati su camion dallo stabilimento di Varese. Ne verranno assemblati circa un migliaio di esemplari, le cui sagome diventeranno familiari e conosciute alla popolazione grazie anche ai nomi di facile memorizzazione e “presa” che i responsabili della Regia Aeronautica hanno assegnato loro come: “Freccia” (C.200), “Folgore” (C.202) e “Veltro” (C.205).
Con l’entrata nel Conflitto dell’Italia il 10 giugno 1940, l’aeroporto di Lonate diviene ancora di più un crocevia dei reparti di diverse specialità della Regia che vanno dal bombardamento terrestre alla caccia notturna, dalla ricognizione e l’assalto, al bombardamento in picchiata. L’8 settembre 1943 il campo è occupato dalle forze tedesche e successivamente dai reparti dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana che lo occuperanno fino alla fine del conflitto. Da segnalare la presenza a Lonate, dal febbraio 1945 e per la prima volta in Italia, dei segretissimi velivoli a reazione tedeschi Arado Ar.234. Tanto segreti che lo stesso personale italiano é costretto ad allontanarsi quando decollano o rientrano da una missione, nessuno può avvicinarsi a questi aviogetti e ai paraschegge dove sono accuratamente nascosti e camuffati. Poi, dopo il 25 aprile 1945, sulla “Brughiera” ed i suoi campi d’aviazione di Lonate e Malpensa, negli hangar dell’Aeronautica Macchi, della Caproni Vizzola e dell’Agusta, improvvisamente cala il silenzio. L’attività aviatoria riprenderà solo a partire dal 1947, mentre nasce l’esigenza di realizzare un grande scalo aereo civile internazionale per far ripartire l’economia lombarda e permettere gli scambi commerciali con i Paesi esteri, soprattutto quelli oltreoceano come gli Stati Uniti d’America. I possibili candidati sono i campi d’aviazione della Malpensa e di Lonate Pozzolo. Per quest’ultimo sono anche redatti nel corso del 1947 tre diversi progetti per quello che avrebbe dovuto essere l’aeroporto intercontinentale lombardo, ma poi tutto rimane sulla carta e la scelta ricade sulla Malpensa perché ”... l’aeroporto di Lonate è sprovvisto di idonea pista in calcestruzzo e che la riattivazione avrebbe richiesto l’impiego di capitali ingenti, tanto da considerare irrealizzabile un eventuale progetto se non per intervento diretto dello Stato, la scelta è caduta sulla Malpensa. Tale aeroporto è situato nelle immediate vicinanze a nord di Lonate e ne presenta le stesse caratteristiche”. Progetto che poi si concretizza il 22 maggio 1948 con la costituzione della “Società Aeroporto di Busto Arsizio S.p.A.” e la riapertura dello scalo. Gli aeroplani abbandonano quindi definitivamente il “Campo della Promessa”, per lasciare spazio ai reparti dell’Esercito Italiano che lo usano come aerea addestrativa. A memoria del suo glorioso passato aviatorio, restano le testimonianze ed i ricordi di chi li ha vissuti o di chi li ha sentiti raccontare, le fotografie e quello che rimane delle infrastrutture del vecchio campo d’aviazione e del “Campo da Bombardamento” che da anni il comune di Lonate Pozzolo e alcune associazioni, tra cui il Comitato Recupero Reperti del Campo della Promessa, stanno cercando di conservare e valorizzare con lo scopo di non disperdere e dimenticare questo pezzetto di storia aviatoria della nostra provincia: la “Provincia con le Ali”! (Alberto Grampa – settembre 2015) |
La Rosa dei Venti
A Sud del sedime aeroportuale del Campo della Promessa, è ancora visibile la grande Rosa dei venti, forse l'unica di queste dimensioni in tutta Italia.
Si tratta di una struttura in cemento del diametro di 36 metri con dipinte in rosso le tacche dei 360° e le nomenclature dei punti cardinali in colore nero.
L'utilizzo della suddetta rosa dei venti, costruita intorno agli anni 20, era fondamentale ai piloti per compensare le bussole di bordo, in quanto il Nord magnetico è sempre variabile rispetto alle cartine.
Particolare il fatto che l'Ovest presenta la scritta W nonostante in periodo fascista fosse proibito l'utilizzo di parole al di fuori dell'italiano.
Si tratta di una struttura in cemento del diametro di 36 metri con dipinte in rosso le tacche dei 360° e le nomenclature dei punti cardinali in colore nero.
L'utilizzo della suddetta rosa dei venti, costruita intorno agli anni 20, era fondamentale ai piloti per compensare le bussole di bordo, in quanto il Nord magnetico è sempre variabile rispetto alle cartine.
Particolare il fatto che l'Ovest presenta la scritta W nonostante in periodo fascista fosse proibito l'utilizzo di parole al di fuori dell'italiano.
Articolo rivista VareseFocus 2011
Le condizioni attuali del Campo della Promessa
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Fonti:
https://www.cavalieridelfiumeazzurro.it
www.fmboschetto.it
www.youtube.com
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